04 February 2008

Il miraggio svedese

Ieri ho trascorso una piacevolissima giornata fuori Stoccolma, in una località chiamata Ekerö. Sono stata invitata alla festa di compleanno di un amico italiano. L'atmosfera era particolare, come in "Ritorno al futuro" quando il protagonista si ritrova nello stesso locale in cui i suoi genitori si sono baciati per la prima volta!
A parte il pranzo squisito, la giornata è trascorsa con simpatici sketch in napoletano, italiano o svedese, alternati allo strimpellio di una chitarra classica che suonava vecchie canzoni italiane. Sono stata infatti in compagnia di persone che vivono in Svezia da ormai 30-40 anni e che mantengono in piedi un'Italia d'altri tempi. Loro sono i protagonisti di quell'emigrazione avvenuta diversi anni fà in diverse parti del mondo. Un libro che s'intitola "il miraggio svedese" racconta proprio le storie di quegli italiani che nel secondo dopoguerra non scelsero di emigrare come molti altri oltre oceano, ma in Svezia.
Un documentario del 1960 ci mostra invece la vita di alcuni emigrati a Stoccolma. Il venditore di palloncini viene dalla regione della Ciociaria, vicino al porto c'è la bottega dell'artigiano lucchese che vende le figurine di gesso e finto marmo. A Gustavsberg si incontrano altri italiani nelle fabbriche di ceramiche. Vengono quasi tutti da Laverno e lavorano qui da pochi anni. Altri italiani lavorano nell'industria metallurgica a Västerås, a nord di Stoccolma. Non è facile in fabbrica distinguerli dagli altri operai. Ma quando, terminate le ore di lavoro, vanno a divertirsi e a ballare, tutti insieme, allora tornano a essere gli spensierati giovanotti che possiamo incontrare di sera nelle campagne e nelle città italiane.
L'articolo che più mi ha colpito è quello di Adelmo Tosi che scrive:"Grazie al lavoro, ci siamo affrancati, integrati, non siamo al livello – per dire – degli arabi. Ma sotto sotto, se si va a scavare, rimaniamo stranieri. All’anagrafe abbiamo un numero speciale: loro guardano il tuo numero e capiscono subito che sei straniero. Per diventare svedesi, ci vogliono trecento anni... Sono bravi, leali, o così sembra: ma i pregiudizi ci sono. Con i vicini, ad esempio, abbiamo rapporti cordiali, ma ognuno resta a casa propria. Io sono in Svezia dal 1960, ma se devo dire che ho un amico svedese... no, non ce l’ho.
Che impressione mi ha fatto la Svezia appena arrivato? Lo dico con sincerità: sarebbe stato da tornare indietro subito. All’inizio sembrava tutto bello; ma eravamo giovani, vedevamo le donne, avevamo vent’anni... Oggi posso dire di aver fatto una stupidata. Avevo appena terminato il militare, sceso dal treno ho incontrato il padre di un ragazzo che stava in Svezia: "Vieni – mi diceva -, c’è tanto lavoro".
Un altro aspetto che non può essere scordato, quando si parla di questo Paese, è la solitudine. E’ incredibile quanta ce n’è. La solitudine prende la gente, la prosciuga come un albero rinsecchito. Vedi, noi italiani, noi mediterranei, in qualche modo ce la caviamo; i nordici, invece, sono deboli di nervi. Per ogni piccolo problema, si mettono a bere. Hanno problemi di divorzio, con la moglie, con i figli, sul lavoro? Bevono. E’ dal 1960, da quando sono arrivato, che sento parlare di questa piaga, ma con nessun risultato. Adesso con internet ci sono persone che, per aggirare i divieti, si fanno arrivare dalla Germania casse con anche duecento bottiglie di alcolici, che poi la Finanza puntualmente sequestra. Tutta merce bloccata in grandi magazzini di cui non si sa che fare. C’è chi vorrebbe liberalizzare la vendita degli alcolici, dato che non si può andare contro il libero mercato comunitario, ma il problema sono i giovani. Se un anziano si mette a bere e non smette più, sono affari suoi. Ma i giovani?

Anche nella mia famiglia c'è stato un esempio di emigrazione...il fratello di mio padre andò via dalla Sardegna in cerca di lavoro e si trasferì a Torino per lavorare alla FIAT!
Io non sono mai stata a Torino, per me Torino è una città fredda, triste, piena di smog. Le persone non sono simpatiche, e ti considerano uno del sud!
Torino è stampata nella mia mente sulla base dei racconti di mio zio che per 20 anni della sua vita non ha mai accettato quella vita.
Anche mio padre provò a vivere e a cercare lavoro lì....ma dopo 4 giorni "mindiseu fuiu con una valigia de cartoni!"(Sono scappato con una valigia di cartone)

22 comments:

TopGun said...

Che post ricco!
tu che sei lì...credi davvero che ci vogliano trecento anni per integrarsi?
la paura più grande per me che sono un chiacchierone e che ho bisogno di quel contatto umano tipico di noi mediterranei può costituire davvero un grosso problema il discorso integrazione.

comunque... bel post! scrivi poco ma scrivi pesante :p

ciao :)

"Teodora" said...

Ciao Topgun,

purtroppo credo che sia vero. Per la mia esperienza e per quello che ho potuto sentire, posso dire che non è facile. Nei miei 3 anni e mezzo ho conosciuto una miriade di persone da tutte le parti del mondo...ma le persone con cui condivido il mio tempo libero ora, sono solo italiani, più due amici svedesi che io considero atipici.

TopGun said...

e già sei a quota due?
Non ti lamentare allora :p

Puntino said...

Voglio capire una coa meglio, fra loro gli svedesi come sono?
Ti faccio un esempio, io e Top ci siamo conosciuti un anno fa al check in per Stoccolma, subito "abbiamo fatto amicizia", arrivati a Stck lui e suoi amici non avevano preso appartamento, io e il mio amico li abbiami aiutati, la sera ce ne siamo usciti insieme e così via in poche parole abbiamo fatto subito comunella anche se non ci conoscevamo affatto (da non dimenticare che siamo napoletani e subito attacchiamo bottone).
poterebbe capitare qualcosa del genere anche fra gli svedesi

"Teodora" said...

Carissimo,

una cosa del genere può succedere solo con europei del sud, probabilmente. Tu pensa che qui a Stoccolma durante la settimana in metro non si sente volare una mosca, tutti leggono e ascoltano musica. Tengono lo sguardo basso per evitare di incrociarlo con qualcun'altro.
Credimi se ti dico che all'università, nello stesso corridoio dove si trovano i nostri uffici, ci sono anche quelli di un'altro dipartimento...ora noi ci incotriamo miriadi di volte in corridoio e condividiamo la stessa cucina. Si pranza e si beve il caffè tutti i giorni, a volte seduti anche allo stesso tavolo. Li conosco praticamente tutti, ma non ho mai parlato con nessuno di loro, quando li incontro in corridoio opp in strada, loro che fanno???...non mi salutano. I primi tempi per me era assurdo, ora c'ho fatto l'abitudine.
Hanno il coraggio di scambiare una parola solo il venerdi sera e il sabato perchè sono ubriachi!
Triste ma vero.

TopGun said...

Però.
se la metti così la prendo anche come una sfida!

senti allora a stò punto ti devo porre la fatidica domanda zeppa di luoghi comuni italo svedesi.

il discorso che tu hai fatto nell'ultimo commento vale solo per gli uomini o anche per le donne?

è vero quello che dicono le ragazze Svedesi (una ne conosco :P forse un pò parziale per poter fare una statistica) e cioè che gli uomini Svedesi sono dei pescioloni lessi che non si muovono e non prendono iniziativa?(parole sue).

è vero che invece le donne hanno tutto altro modo di fare (e quì non mi fraintendere non la metto sul piano del sesso ma sul piano dei rapporti sociali e di relazione in generale)?

ciao buona Notte :)

p.s.Puntino se vogliamo essere precisi dopo 5 minuti che ci eravamo presentati ti ho dato il bigliettino di Irlandando e ti ho detto che come ingengere dovevi andare in Irlanda a lavorare...5 minuti e già ti avevo sistemato l'esistenza LOL.

Puntino said...

Grazie tedora per la risposta, quest aspetto della cultura svedese non mi piace...
come si fa a non stringere amicizia nenache a pranzo...pazzesco.

@Top
5 minuti e già ti avevo sistemato l'esistenza LOL

Hai sbagliato il verbo..ROVINATO l'esistenza :)
Ciao

TopGun said...

@ Puntino.
tant'è che io sono più amico di Giggino :P

@ Teodora come puoi vedere...se in un singolo post combiniamo stò poco figurati dal vivo.
non posso credere che gli Svedesi siano in grado di resistere a tale potenza di fuoco!

Anonymous said...

Ciao Teodora
Topgun mi ha presentato il tuo blog e la lettera di Adelmo. Questo tuo post mi ha ispirato a scrivere sull'utopia dell'integrazione. Ho visto i tuoi blog stasera e devo dire che mi piaciono. Hai trovato delle cose molto belle e informative.
Saluti da Göteborg,
Stellan

"Teodora" said...

Ciao a tutti!

@Topgun: quello che dice la tua amica svedese è VERO, anzi VERISSIMO!!!non voglio infierire per rispetto dei miei unici due amici svedesi, ma mi contengo dicendo che è vero. Chi porta i pantaloni? Risposta: le donne.

@stellan: ciao!piacere di conoscerti...sono onorata di essere stata citata nel tuo blog!
Grazie per i complimenti:-)

TopGun said...

a me che ti ho citata niente?? :P

no comunque...scusa allora si contraddicono queste, diciamolo, anche splendide donne.

ti lamenti che i tuoi amici conoscenti vicini sono dei rammolliti?

vengo io che sono abituato ad agire in altro modo...e neanche ti vado bene?

non ti dico che cosa ha detto delle ragazze Italiane...

Stellan è cresciuto in parte in Italia quindi è Svedese atipico :P

"Teodora" said...

scusa topgun....il "neanche ti vado bene" era riferito a un rifiuto della donna svedese nei tuoi confronti?
Perchè non credo di aver scritto nulla contro di te:-)

TopGun said...

No no perdonami Teodora.
ho scritto io malissimo! (sono stanco morto!)

io intendevo dire più o meno questo

tu ragazza Svedese ti lamenti che i tuoi amici...ecc. ecc.

Io mi riferivo alle ragazze Svedesi che si lamentano di quel che hanno ma che appena hanno a che fare con un altro tipo di persone comunque trovano di fetti (altro tipo di persone leggasi come ragazzi Italiani che sanno come trattare una donna[sempre con rispetto ed educazione sottolineo]).


scusa per il fraintendimento!!!!tutta colpa mia.

Francesco said...

Bellissimo Post!
...purtroppo, per ora, mi tocca concordare, anche se a lavoro una svedese è simpatica, parla molto, l' altra invece...parla pochissimo.

...la scoperta di questo mondo apparte non finirà mai per quelli che ci vivranno, troppo strano per immedesimarsi, troppo complesso per entrarci dentro...

...sono le 2:25, sparo cazzate...il guaio è che lo faccio pure all' alba!

notte notte!

TopGun said...

Ciao Teodora.
dal tuo bellissimo post a catena si è scatenata una bella discussione che si è allargata al Blog di Stellan e adesso anche al mio.

se ti va di leggere le mie considerazioni le trovi quì:

http://aviatoresoprailmare.blogspot.com/2008/02/integrarsi-in-svezia-parte-i.html


Ciao.

Anonymous said...

Quello che scrivi è vero, io li ho anche conosciuti alcuni di questi vecchi immigrati. Ma considera che loro venivano da ambienti e famiglie diverse, e trovavano una Svezia diversa. Erano momenti in cui non si viaggiava molto, non c'erano contatti tra le diverse nazioni. Ora, ti dico la verità, l'unica volta che mi sono sentito in un posto "diverso" è quando sono andato negli USA. Per il resto io non trovo molte differenze.

E' vero che non ci si saluta al lavoro, ma questo ti aiuta anche a capire che tipo di persone hai davanti a te, in quanto ci sono anche gli svedesi "salutanti".

Per le donne assolutamente vero, fantastiche, piene di grinta e di voglia di vivere, di fare, di conoscere. Gli uomini sono quasi inutili, vivono riparando casa o il garage, mentre le loro mogli se ne vanno in giro. C'è da dire, però, che sono utili, dove li metti stanno e fanno quello che la moglie gli dice : )

gatto solitario

TopGun said...

Gatto...ma poveri uomini Svedesi!!!!
sono veramente dispiaciuto per essi.

vabbè...male per loro ma buon per noi forse :P

Anonymous said...

Confermo tutte le cose dette da Teodora! ;)

Anonymous said...

Io sono in Norvegia, all'Università, e abbiamo creato un bel gruppo con norvegesi e altri stranieri, i norvegesi parlano, salutano, persone normali e bravissimi ragazzi, con cui chiacchierare per ore. Ovvio che sono diversi dagli italiani, ma insomma...in teoria i norvegesi sono ancora più chiusi degli svedesi.
Mi risulta davvero difficile credere a questa descrizione che avete fatto dei rapporti sociali in Svezia.

Anonymous said...

ciao!!io sono a stoccolma da una settimana, per il tirocinio di circa 9 mesi... qui gli svedesi sono simpatici!!chiacchierano,sono interessati a noi italiani e sono piacevoli, forse non salutano nei corridoi ma io del resto non sopportavo in italia il fatto di doversi salutare ogni volta che ci si passava di fronte in dipartimento-
sarò stata fortunata?

Anonymous said...

Scusate, io ho l'uomo scandinavo e da quando sono qui non faccio altro che trovare svedesi "provoloni". Appena sanno che sono italiana ci provano, salutano, invitano per il caffè (qua si usa così per conoscersi, poi, eventualmente, si esce assieme anche la sera). Se solo volessi cambiare, non avrei che l'imbarazzo della scelta. Oltretutto sono spesso dei bei ragazzi, colti e non è vero che tutti bevono. Ottimi conviventi, responsabili, generosi per quando riguarda le spese casalinghe e i regali, collaborativi in casa, se poi c'é di mezzo un bambino si fanno in quattro per lui e per la donna, per niente piscioloni con le donne, ve l'assicuro! Vanno solo incoraggiati, perché loro sono stati educati ad aspettare che la donna faccia il primo passo. Le svedesi vanno con gli italiani per curiosità ma poi se ne liberano volentieri e li considerano maschilisti e pure un po' stronzi.
Alex

Anonymous said...

Comunque non è vero l'uomo scandinavo è un cagnolone che sta in garage a fare bricolage. E' vero che fa tutto quello che dice la moglie svedese ma quando torna single, col cavolo che si riprende una svedese. Appena scopre che esistono donne ugualmente interessanti che magari preparano anche un piatto di pasta... Infatti, le svedesi rimangono tutte sole, con la loro indipendenza e i 50enni si rifanno una vita con una straniera, ricoprendola di attenzioni, senza impedirle di lavorare (anzi, sono fieri che lei sia colta). Naturalmente ci sono differenze di ceto sociale, ovvio, come dappertutto. Gli svedesi ricchi ci sono ma sono un circolo chiusissimo, al quale è quasi impossibile accedere a meno che non si venga inseriti da uno svedese amico di famiglia o parte della famiglia che ti sei costruito qui. Gli svedesi abbienti sono un discorso a parte che non rientra assolutamente nel cliché.
Alex