25 April 2008

Stamattina mi son svegliato, oh bella ciao...ed ho trovato l'invasor!!

Riporto qua di seguito un articolo scritto da Paolo Fadda e pubblicato sul Giornale di Sardegna, riguardo la festa del 25 Aprile.
Leggendo le sue parole, si è come risvegliato nella mia mente, il ricordo dei racconti delle mie nonne che sono state protagoniste di quei giorni.
Oggi 25 aprile si festeggia il giorno della Liberazione, ma non è il giorno della fine della seconda guerra mondiale,perché la resa delle truppe tedesche in Italia venne firmata sette giorni dopo, il 2 maggio 1945, e ci sarebbero voluti altri dodici giorni per la resa a Reims della Germania alle Potenze alleate. Ma in Sardegna,per chi c’era, ricorderà che era stata una giornata come tante altre, poiché già da 19 mesi si era in una sorta di limbo, lontani dai campi di battaglia ma ancora smarriti e confusi su cosa avrebbe riservato il futuro. Non era facile comprendere se fossimo vinti, per via della guerra perduta, o vincitori,per avere accolto i nemici di ieri come liberatori.
Nelle strade di Cagliari, ancora sconvolte dalle macerie e maleodoranti per l’acre fetore di morte, s’aggiravano soltanto le jeep della "military police” degli occupanti e pochi frettolosi passanti alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Incombeva su tutti un clima di perplessità e anche di smarrimento, quasi di attesa per una ancor più compiuta liberazione, che era poi quella, tanto auspicata, dalla fame e dalle difficoltà del presente.
In quei giorni faceva più notizia l’arrivo in porto di una nave "liberty” carica di farina che la marcia degli angloamericani verso il Norditalia.
Quel 25 aprile di tanti anni fa ritorna così alla memoria dello studente d’allora: un ricordo che fa parte della sua storia, ma che può aiutare a capire quanto l’isola fosse rimasta lontana e assente da quel pathos nazionale che è stata la Resistenza, che è poi il nome nobile d’una triste guerra civile. Perché nell’isola fame e stenti avevano colpito tutti, si fosse fascisti o antifascisti.
Non era giunto, da noi, il "vento rosso del nord”, quella sorta di ciclone che aveva ritenuto di dare vita ad una nuova Italia, acuendone peraltro le già storiche divisioni.
S’era tutti fratelli nelle sofferenze, senza odi e senza vendette, a conferma come l’intero Paese non avesse vissuto quel giorno con sentimenti comuni.
Per questo avvilisce e mortifica che questa data debba essere ricordata per contrastanti valori, senza riuscire a costruire attorno a essa, con una espressa volontà pacificatrice, una unitaria coscienza nazionale. Ed è per questo che ci si divide ancora se la si debba festeggiare cantando "bella ciao” o "fratelli d’Italia”.

20 April 2008

Våren är här!!...La primavera è qui!!

A Stoccolma si può passeggiare nel cosidetto "Ekoparken", il primo parco cittadino nazionale del mondo! E' un'ininterrotta area verde che si estende dalle piccole isole di Fjäderholmarna a 30 minuti dal centro di Stoccolma fino a Djurgården in centro, ad Haga-Brunnsviken, Frescati e Ulriksdal poco a nord della città. Il territorio è grande circa 27 km2, di cui 8 coperti da acqua e fu inaugurato nel 1995. Gli edifici e i panorami culturali dell´Ekoparken rispecchiano lo sviluppo di Stoccolma e della Svezia a partire dal 1600.
Questo pomeriggio, sotto un caldo sole primaverile, abbiamo trascorso qualche ora davanti al castello di Ulriksdal, all'interno dell'Ekoparken per l'appunto!
Questo palazzo reale fu costruito nel 1644, con influenze seicentesche, è stato tra gli altri la dimora del re Gustav VI Adolf e della regina Louise. Il regalo di nozze dei cittadini di Stoccolma alla coppia reale di sposi, nel 1923, fu il famoso soggiorno arredato da Carl Malmsten!

15 April 2008

Cosa dice la Svezia???


Italien svänger högerut.
Affärsmannen och mediemagnaten Silvio Berlusconi får göra comeback som premiärminister.
Così s'intitola l'articolo sulle elezioni italiane in uno dei giornali svedesi!"L'Italia gira a destra!L'uomo d'affari e il magnate dei media: Silvio Berlusconi ritorna come primo ministro!"
När det nu verkar som om valet i Italien är klart så är det bara att beklaga italienarna. När man talar om Polsk Riksdag så kan man konstatera att Polen är ett avgjort stabilare land än Italien. Berlusconi kommer inte att klara av att regera landet den här gången heller,[...].
En lustig detalj när det gäller denne lille man är att han tidigare ägnat stor kraft åt att manipulera lagarna så att han inte ska dömas i de olika brottsutredningar som förekommit mot honom. [...]
Visserligen har han säkerligen stöd från Vatikanen, men hans tidigare samarbete med Lega Nord, som är ett italienskt separatist och fascistparti borde diskvalificera honom.

"Per come sono andate le elezioni, c'è solo da essere dispiaciuti per l'Italia. Quando si parla dello stato polacco è chiaro che è più stabile dell'Italia. Berlusconi non riuscirà a governare neanche questa volta.
Un dettaglio divertente per quanto riguarda questo piccolo uomo è che lui prima ha speso una grande forza nel manipolare le leggi in modo che lui non dovesse essere giudicato sulle diverse accuse che sarebbero arrivate contro di lui.
Lui ha senza dubbio ottenuto supporto dal Vaticano, ma la sua precedente collaborazione con la Lega Nord, un partito italiano separatista e fascista che dovrebbe dequalificarlo."

....cosa dice il NYT??
Economy Ailing, Frustrated Italy Picks Berlusconi
Silvio Berlusconi, the idiosyncratic billionaire who already dominates much of Italy’s public life, snatched back political power in elections that ended Monday, heading a center-right coalition certain to make him prime minister for a third term.

...cosa dice Le Figaro???
L'inusable «Cavaliere» séduit toujours l'Italie
Silvio Berlusconi n'a pas changé. Après une campagne en demi-teinte, le naturel du Cavaliere est revenu au galop dans la dernière ligne droite. Le chef de file de la droite a promis des «tests mentaux aux juges», a traité son adversaire de «communiste» et précisé, pour amuser la galerie, qu'il est «plus grand que Sarkozy et Poutine». Silvio Berlusconi ­reste, en dépit de son expérience du pouvoir, une personnalité hors norme, excessive et farfelue. Sa défaite aux élections législa­tives d'avril 2006 aurait pu sonner pour lui l'heure de la retraite. Elle lui a donné le goût de la revanche.

...cosa dice El Pais???

Berlusconi, dispuesto a cerrar las fronteras contra la inmigración ilegal
Silvio Berlusconi (Milán, 1936) volverá a ser primer ministro. Y ya hoy ha comenzado a hablar de las prioridades de su Gobierno, que están encabezadas por la reforma económica y la lucha contra la inmigración ilegal a través del "cierre de las fronteras" para combatir a los criminales que calificó de "ejército del mal".

La catastrofe!

10 April 2008

Quando l'aspirapolvere diventa una pornostar!


Salve a tutti!

la lezione di stasera al corso d'italiano è stata particolarmente divertente!
Tutto grazie a una mia guff!!
E' successo così:
mentre spiegavo ai miei alunni il condizionale, si sente fuori, nel corridoio, il rumore di un'aspirapolvere!
Tutti esclamano in coro: En dammsugare!!...Vad heter den på italienska?(come si chiama in italiano?)e io rispondo un'aspirapolvere!E completo la mia risposta dicendo che è una parola composta: aspira=verbo più polvere=sostantivo!Loro replicano che è la stessa cosa in svedese: damm=polvere più sugare=che aspira (lett. che succhia!).
Nella mia totale innocenza o forse stupidità, dipende dal punto di vista, racconto che quando ancora non parlavo svedese, il termine dammsugare mi ricordava la parola francese "signora" = "dame"!
Purtroppo anche in svedese si usa il francesismo "dam" per signora, ma con l'unica differenza che si tratta di una A chiusa nella pronuncia, rispetto a damm, polvere, che invece è aperta!
Quindi avevo appena detto che per me l'aspirapolvere era una "signora che succhia"....ovviamente sono scoppiati tutti a ridere e hanno cercato di farmi capire che l'associazione delle due parole dava un altro risultato....ma orami era troppo tardi!!

04 April 2008

Ti piacciono i noodle?

Ti piacciono i noodle?....no, grazie!
Domanda e risposta con cui ho voluto iniziare il mio post di oggi, sono solo un modo semplice e stupido per iniziare invece un discorso di portata mondiale! Esistono infatti ancora dei paesi nel mondo in cui non è possibile esprimere il proprio parere!Ascoltando il telegiornale mi ha colpito la notizia su Hu Jia attivista di 34 anni, esile e malato, come riporta il Corriere, laureato in informatica e impegnato coraggiosamente nel sociale.
Era il 16 febbraio del 2006: otto agenti della polizia segreta sequestrarono Hu Jia nel quartiere di Pechino che è chiamato la «Città della Libertà ». Si era sposato sei giorni prima e lì era andato ad abitare con la moglie, Zeng Jinyan. Racconterà successivamente a Radio Free Asia: «Mi hanno circondato e infilato un cappuccio nero, poi mi hanno spinto in una macchina».
Lo schiaffarono in una prigione in campagna e, sempre tenendogli addosso il cappuccio nero in modo che non riconoscesse luoghi e persone, conclusero il «trattamento » ricorrendo a una forma subdola di tortura, la «jetliner position», schiena al muro, braccia larghe, seduto su uno sgabello coi piedi sollevati da terra, fino allo stremo. Ma il lavaggio del cervello non ebbe alcun risultato. Hu Jia è di pasta dura. La storia della sua famiglia, quella da cui viene e quella nuova che ha formato, insegna: i genitori, nel 1957, accusati di essere conniventi con la destra borghese furono duramente perseguitati e non si piegarono, la moglie è la compagna ideale di Hu Jia, quanto a fegato lo eguaglia. Una dissidente che non ha paura di esserlo.
Quaranta giorni lo tennero segregato.Parenti e amici lo cercavano dappertutto. Quando ormai si erano messi il cuore in pace se lo ritrovarono in condizioni pietose. Non era finita. Gli agenti lo braccarono ancora e ordinarono gli arresti domiciliari. Poi, il 27 dicembre 2007 se lo ripresero sempre con la stessa tecnica: incappucciamento, auto, cella.
Questa è la realtà che vive un uomo, un buddista nel caso di Hu Jia, che chiede al partito comunista di rinnovarsi, che difende i diritti degli ammalati di Aids, che combatte per la protezione dell'ambiente, che denuncia le malefatte dei funzionari corrotti, che difende i migranti e i lavoratori senza protezione, che invita al dialogo con le minoranze etniche. Hu Jia ieri mattina è stato condannato da una corte del popolo di Pechino per «istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato». Non aveva imbracciato le armi e incitato i cinesi alla rivolta. Si era domandato, fra la tante considerazioni, se alla straordinario appuntamento con le Olimpiadi la Cina riuscirà a presentarsi in un clima meno cupo, con le carte in regola sui diritti fondamentali dell'uomo e non solo sull'economia. Ma, avventurarsi con la critica su questi terreni, nella grande potenza che compie e festeggia i 30 anni della sua modernizzazione, oggi significa incorrere nella mannaia di una legge che l'agenzia ufficiale Nuova Cina spiega così: «Il tentativo di rovesciare il potere politico dello Stato e il sistema socialista». La moglie di Hu Jia, in un Paese politicamente demaoizzato e decomunistizzato, avrebbe potuto almeno abbracciare il marito e gli avrebbe portato notizie della figlioletta di pochi mesi.
Invece, la moglie di Hu Jia, è pure lei agli arresti domiciliari. Assieme alla bambina. Zeng Jinyan è una signora che il settimanale Time ha inserito fra le 100 donne più significative del pianeta e l'ha paragonata al ragazzo che nel giugno 1989 si impalò davanti ai carri armati in piazza Tienanmen e li bloccò. Immagine storica. Ma Zeng Jinyan non è da meno.

Qual sarà il biglietto da visita della Cina ai Giochi olimpici di agosto? Amnesty International ha preso parte all'associazione mondiale per chiedere alla Cina l'adozione e l'attuazione di riforme significative nel campo dei diritti umani, in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008.
Si chiede così al governo quattro richieste fondamentali: adottare provvedimenti che riducano significativamente l’applicazione della pena di morte, come primo passo verso la sua completa abolizione; applicare tutte le forme di detenzione in accordo con le norme e gli standard internazionali sui diritti umani e introdurre misure che tutelino il diritto a un processo equo e prevengano la tortura; garantire piena libertà d’azione ai difensori dei diritti umani, ponendo fine a minacce, intimidazioni, arresti e condanne nei loro confronti; porre fine alla censura, soprattutto nei confronti degli utenti di Internet.